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L’Oratorio Cristiano Ipogeo è situato tra l’Acropoli e la vecchia civitas di Ardea. Scoperto casualmente nel 1964. La struttura, probabilmente nel II secolo a.C. come ninfeo pagano, venne successivamente trasformata in luogo di culto cristiano a partire dal V secolo d.C. L’accesso avviene tramite una scala con volta decorata, che conduce a una cripta sotterranea adornata da affreschi bizantini del XII secolo. Tra le immagini più significative troviamo la Madonna in Trono con il Bambino, circondata da figure femminili che potrebbero rappresentare sante o allegorie e il Cristo Pantocratore.
A breve distanza, sorge il Monte della Noce, un altro sito che racconta la storia di Ardea. Il nome del monte non deriva dall’albero di noce, ma dalla parola latina noctis, che significa “notte”. In questa zona, nel VI secolo a.C., si trovava uno dei più importanti templi del Latium Vetus, dedicato alle divinità rutule. Scoperto nel 1981, il tempio ha permesso agli archeologi di ricostruire la pianta di uno dei templi arcaici più grandi del Lazio, con una superficie di 714 metri quadrati. La struttura, costruita in mattoni e dotata di un’intelaiatura in legno, era adornata con colonne lignee e decorazioni in terracotta dipinta. Per oltre cinquecento anni, il tempio dominò il Monte della Noce, prima di essere demolito all’inizio del I secolo a.C., quando le fosse di fondazione furono riempite con frammenti ceramici e i resti del tempio vennero ricoperti di terra. Gli scavi, però, hanno restituito numerosi oggetti votivi, tra cui statue e frammenti di terracotta, testimonianze dell’importanza di questo luogo sacro.


A fianco del tempio, gli archeologi hanno rinvenuto i resti di un abitato risalente al IX secolo a.C., con capanne ovali e circolari che raccontano la vita quotidiana delle prime comunità insediatesi nell’area. Quando fu costruito il tempio nel VI secolo a.C., venne eretto esattamente sopra queste capanne, mantenendo un orientamento preciso verso il punto dell’orizzonte dove il sole tramonta durante il solstizio d’inverno, segno di una possibile connessione tra il culto solare e la sacralità del luogo.

Un’altra scoperta affascinante è una tomba risalente all’VIII secolo a.C., contenente il corpo di una donna sepolta con un ricchissimo corredo funerario: gioielli d’oro, ambra, vasi in terracotta e oggetti in bronzo. Questa tomba, soprannominata “Principessa di Ardea” dagli archeologi, suggerisce che la defunta ricoprisse un ruolo significativo nella società dell’epoca, forse legato proprio al centro abitato e al tempio.
Oggi, visitare questi luoghi è un’occasione unica per scoprire la ricchezza del passato di Ardea e ammirare testimonianze che raccontano non solo la religiosità, ma anche la vita quotidiana e i cambiamenti nel tempo.

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